ANORESSIA NERVOSA
L'anoressia nervosa (AN) è, insieme alla bulimia, uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). Ciò che contraddistingue l'anoressia nervosa è il rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare. L' AN comporta un disturbo dell' immagine corporea e una ricerca inflessibile della magrezza. Nei pazienti anoressici la perdita di peso è ottenuta in primo luogo tramite la riduzione della quantità di cibo assunta. Con il tempo l' alimentazione viene rigidamente limitata a poche categorie di cibo. La perdita di peso e il controllo possono essere attuati anche con condotte di eliminazione (vomito autoindotto e lassativi) o con un' intensa attività fisica.
BULIMIA
La bulimia nervosa (BN) è un disturbo caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate accompagnati dalla sensazione di perdita di controllo: il soggetto non riesce a smettere di mangiare o non riesce a controllare cosa e quanto sta mangiando. L 'abbuffata è spesso accompagnata dal senso di colpa, demoralizzazione e disgusto per se stessi. Da un punto di vista psicologico c'è il desiderio di assumere controllo dei propri bisogni corporei, la focalizzazione di problematiche individuali e relazionali nel pasto, la ricerca di “oggetti” in senso simbolico da incorporare sono solo alcuni dei concetti impiegati per interpretare un serio problema che richiede un 'attenta analisi differenziale con altri disturbi correlati.
BINGE EATING DISORDER (BED)
Il disturbo spinge il soggetto a compiere grandi abbuffate in modo veloce e vorace, finchè non è completamente sazio. Affinchè si possa parlare di Binge eating Disorder devono coesistere alcuni fattori tra i quali:
- le abbuffate devono avvenire almeno due volte la settimana
- devono avvenire in solitudine
- in genere sono indipendenti dallo stimolo della fame
- il soggetto non prova gratificazione, ma senso di colpa
- le abbuffate devono verificarsi per un periodo di almeno sei mesi
- L’alimentazione incontrollata non prevede la “compensazione”, ossia comportamenti mirati all’espulsione del cibo o la pratica di attività fisica per smaltire le calorie assunte. Per questo motivo, le persone con alimentazione incontrollata tendono al sovrappeso e all’obesità, a seconda della gravità e della frequenza delle abbuffate.
I disturbi alimentari sono patologie serie in aumento nel corso degli anni. Occorre una grande sensibilità dei famigliari e delle persone vicine per riconoscere una problematica in atto che permetta di agire quanto prima per una diagnosi precoce. Da un punto di vista psicologico il paziente con disturbo del comportamento alimentare ha scarsa stima di sé, prova disgusto e vergogna e cerca nel cibo una compensazione a una problematica psicologica profonda che necessita un lavoro multidisciplinare che vede la collaborazione di diverse figure mediche tra le quali nutrizionisti, dietologi o psichiatra nonché un percorso psicoterapeutico individuale e famigliare.